martedì 30 aprile 2013

Evoluzione o instupidimento?

Evoluzione-involuzione dei mezzi informatici; la loro "popolarizzazione" fin dove ha giovato all'uomo e ai mezzi stessi? Le due cose, vantaggi per l'uomo e miglioramento per le macchine, vanno sempre di pari passo, procedono sempre parallele?
L'espansione-esplosione dei mezzi di comunicazione telematici, dai telefonini agli smartphone, dai notebook ai netbook ai tablet; quanto è vincolata alle esigenze dell'utilizzatore e quanto ha creato/cambiato tali esigenze?
Può la natura del mezzo diventare natura del contenuto?

E' da un po' di tempo che volevo tirare fuori quest'argomento, ma è così vasto e complesso che non ho mai avuto il coraggio di affrontarlo. Anche perchè questo argomento, oltre a richiedere conoscenze ed esperienze che sono decisamente oltre le mie possibilità, anche volendomi limitare al mio piccolo angolino, finirebbe per impegnarmi in un post di migliaia di righe...
 Non a caso, uno dei temi interessati all'argomento è proprio quello della diversità tra lettura tradizionale, cartacea, e lettura "tecnologica": internet in generale, ancor più nello specifico su tablet e smartphone.


Dato che il fulcro centrale di questo tema è, a mio avviso, l'estrema leggerezza della lettura "digitale", l'incostanza ipse facto del lettore internettiano, sarebbe un controsenso sciorinare miliardi di parole sapendo già che non verrebbero lette XD
Cercherò allora di trattare un pezzetto alla volta; non avendo però idea di dove andrò a parare, nè come nè quando, spero almeno che la cosa non risulti troppo confusionaria :P

Nei prossimi articoli che si riferiscono, anche parzialmente, a questa tematica, userò - oltre ad altre eventuali - le seguenti etichette:  inviluppo tecno-culturale, internet, società, tecnologia.

  • Riferimenti
La proverbiale 'ultima goccia' al mio "vaso mentale" in procinto di traboccare questi pensieri l'ha fornita un articolo apparso su ieri su PuntoInformatico.
Facendo un riassunto davvero stringatissimo, l'autore solleva la questione della "scomparsa della tastiera", ovvero di come la vera e propria "esplosione demografica" di mezzi sempre più figosi ma sempre meno versatili ( = potenti in termine di possibilità) stia di fatto "decapitando" una certa varietà e creatività, fino ad ora tipica di internet.
Mantelli nega tale asserzione, sostenendo che (sempre in poche parole) non è la tastiera a dare o togliere creatività; chi non ce l'ha non l'avrà comunque, chi ce l'ha la può esprimere altrimenti.
Solleva tuttavia il problema della fruizione libera di internet, in particolare la questione della neutralità della rete. Infatti ai nuovi dispositivi "informatici" è di fatto associata un'espansione virale (per usare un termine in tema con le nuove mode telematiche) del traffico su rete mobile; dato che tali reti sono molto più controllabili che non quelle fisse, e che pongono anche problemi tecnici oggettivamente maggiori e che richiedono soluzioni (un po' meno oggettivamente) invadenti, il loro uso è direttamente proporzionale al pericolo (rimaniamo sul potenziale, per ora) della non-neutralità.


  • Prima questione: la tastiera
Si parla della "scomparsa della tastiera". E' un futuro pensabile?
Probabilmente sì, anche se con tempi e modi diversi nei diversi ambiti; forse "resisterà" in qualche realtà limitata (lavorativa immagino), ma probabilmente per la "normale utenza" verrà sostituita da altro.

Significa allora perdere qualcosa?
Sembrerebbe logico e semplice rispondere, come fa l'autore, con: ovviamente no, non è la macchina da scrivere che rende scrittori, nè la tastiera che rende 'utenti attivi' invece che semplici "fruitori di informazioni via web". Ma, seppure questo ragionamento fila bene per il 90% (dico per dire), rimane un 10% che "non quadra".
Prima di tutto, trovarsi davanti il mezzo giusto significa essere invogliati, incentivati, aiutati materialmente fin da subito in un determinato "compito". E, pur rimanendo vero che chi vuole fare qualcosa prima o poi lo fa (o almeno ci prova), non si può ignorare che essere incentivati fin dall'inizio è una grossissima spinta.
Lo possiamo riportare a qualsiasi ambito, per esempio anche nella musica: avere in mano uno strumento vero, che suona, e suonare canzoni fin dai primi giorni, è un incentivo importante e potentissimo, che i "vecchi" maestri non solo ignoravano, ma anzi disprezzavano. Col risultato di far scazzare immediatamente buona parte degli "aspiranti musicisti", e per la parte rimanente, ancora in percentuale fortemente maggioritaria, instillargli un odio viscerale verso quegli aspetti teorici fondamentali che, soprattutto in una certa fascia d'età, venivano visti solamente come "quelle cose che si frappongo tra me e Nothing else matter"... XD
Ora, si potrebbe obiettare che tutto ciò era anche una forma di "selezione naturale", ma sarebbe parziale; non del tutto scorretto, ma neanche totalmente vero (ed affidabile) come ragionamento.
Torniamo alla nostra tastiera e all'ambito computeristico. Il fatto è che la scomparsa della tastiera è anche associata ad altri cambiamenti, primo tra cui la veste grafica. Questa è ovviamente mutata in funzione della mancanza della tastiera, che la comparsa e l'affinamento dei display touch (per quanto abbiano guadagnato spaventosamente in qualità negli ultimi anni) non può integralmente sostituire. Si è resa così necessaria (ma più avanti si discuterà anche della consistenza effettiva di questa necessità) un'interfaccia semplificata, ad alta fruibilità, che richiedesse molti meno passaggi e più intuitività.

Tutte cose positive?
Ovviamente no. A questo è associabile senza ombra di dubbio l'altra faccia della medaglia: meno potenza e, soprattutto, meno versatilità. Si spiegherà più specificamente in seguito.
Quello che interessa la 'questione tastiera' è che la sua mancanza tende a far diventare l'esperienza di internet sempre più simile a quella televisiva: si legge, si cerca, si legge ancora; si guardano foto, si guardano video e, spesso, ci si perde; al massimo si commenta, ma anche qui le fastidiose tastiere touch  - forse ancor peggio le 'qwerty' con tasti grossi come testine di formica - incitano sempre più l'utente a limitarsi a commenti stringati, poche parole, al massimo un paio di righe.
Questo atteggiamento passivo è un'involuzione di internet, del web in particolare, su questo non v'è dubbio. E, per strano che possa apparire a prima vista, la progressiva eliminazione della tastiera ne è in parte colpevole.
Soprattutto perchè è associata ad un progressivo (e sempre più rapido) degrado della qualità informativa dei mezzi web, che discuteremo più avanti.


  • Smartphone quad-core che fanno tutto, ma sono meno versatili e potenti: l'apparente paradosso
Sopra ho parlato di dispositivi meno potenti e meno versatili. Ora, nel momento in cui, quasi mensilmente, vengono immessi sul mercato dispositivi sempre più veloci, con memorie sempre più capienti, sempre più portabili... cioè, sono impazzito?

No, è solo che si confondono, o peggio si sovrappongono i significati.
Un conto è definire la potenza nel ristretto ambito tecnologico: velocità di clock, capienza di memoria, connettività. un conto è definirla in ambito più generale, informatico: capacità di calcolo e capacità di elaborazione delle informazioni; che non significa solo velocità, ma anche ampiezza di possibilità nel tipo di informazioni e nel modo di elaborazione/fruizione di queste.
Questo ci porta direttamente all'altra parola dell'apparente paradosso: la versatilità. Questa è ancora più spesso confusa. Anzi, come qualsiasi sovrapposizione, ha finito per prendere piede il significato più "forte" (= commercialmente conveniente) a scapito di quello meno trendy. Cosicchè 'versatile' è diventato "fare tante cose"; ma il significato più ampio, ed in effetti l'unico effettivo perchè la versatilità per sua natura richiede "ampiezza", è "fare cose diverse in tanti modi diversi".

Spero che ora appaia chiaro il significato del mio dire. Cellulari, smartphone e tablet sono il 'non-plus-ultra' della ristrettezza, dell'inscatolamento, dell'impedimento alla creatività informatica.
Fare informatica, in effetti, non è prendere a ditate no schermo.
Nella ricerca della semplificazione e della fruibilità, si è arrivati ad un punto in cui l'utente è quasi "preso al guinzaglio" dal sistema operativo. Ti sbatte in faccia un po' di iconcione tonde e "gommose" e ti fa "scegliere" (ma che scelta è?) cosa fare. Chiaro che se vuoi fare qualcosa di leggermente diverso, ti devi "sbattere come un ghino"; dopodichè rimani comunque ingabbiato in un contesto che ammette poche repliche.

Ok, sta bene che gli utenti, per la maggior parte, non vogliono effettivamente fare, ma più che altro usufruire. Ma siamo sicuri che tale distinzione sia auspicabile?
In effetti non è naturale, per il web, che esista tale distinzione. La rete esiste in quanto usata, esiste perchè esistono i netizen ( = cittadini di internet, della rete); anche nel web permane (o dovrebbe) tale coincidenza, il web è fatto da chi lo usa e viene usato da chi lo fa.
Una distinzione del genere, invece, è tipica dei media più tradizionali: giornali, televisione, radio. Guardando la TV è normale, inevitabile, distinguere tra il "farla" e il "guardarla".

Ma se ci ritroviamo a dire che la scomparsa della tastiera non incide perchè chi vuole "fare" il web è un conto, mentre chi vuole "usare" il web è un altro e non ha interesse a diventare parte attiva del processo... bè, per quanto il discorso sembri filare, in sostanza stiamo dicendo che l'evoluzione dei mezzi digitali sta provocando un'involuzione della rete, avvicinandola di fatto all'interazione passiva caratteristica dei media di vecchio stampo.


  • La questione nascosta della diversità nel leggere
Un altro punto a favore di una certa "preoccupazione" sulla 'scomparsa della tastiera', che spero ormai sia chiaro essere una questione molto più profonda della semplice tavoletta di plasticaccia, tasti e briciole che ci troviamo davanti, è un punto nascosto, e per questo più subdolo: la diversità tra la lettura e la lettura internettiana.

Sarebbe poco nobile per un sostenitore della lettura come me, infatti, affermare che tale pratica sia meramente passiva, quindi quasi inutile se non degradante. Ma il fatto è che la lettura su internet, per il mezzo stesso e per una sua incanalazione a livello commerciale, è ben diversa dalla lettura di un libro.
Io stesso negli articolo molto lunghi tendo a saltare diverse righe, interi paragrafi addirittura; non è ne positivo nè edificante, tra l'altro rende quasi del tutto inutile l'intera lettura, invece che risparmiare tempo alla fine se ne perde. Eppure è così e, lo so per certo, praticamente per tutti è così.
Questo è imputabile in parte alla fisicità del mezzo, ove schermo e tastiera (ma questa ancora per poco XD) non sono dei veri sostituti della carta. Ma poi buona parte della motivazione è imputabile al commercio, che ha visto nella rapidità e capillarità dell'informazione internettiana un modo per bombardare ancora più ossessivamente (e miratamente, vedi gli articoli sulla privacy) il lettore (=consumatore).

Non a caso anche le piattaforme di discussione sono cambiate.
Prima vi erano le BBS (ma vabbè, quelle non le ricorda nessuno), completamente testuali. Anzi, a dire il vero prima era tutto internet così, almeno a livello "popolare".
Poi sono arrivati i forum: bacheche virtuali, suddivisibili in cartelle e sottocartelle, che consentivano l'affissione di messaggi e la risposta a questi. Nei forum la discussione era tale, perchè lo scrivere era incentivato (sia dal mezzo che dagli amministratori del mezzo), ed era mediato da una certa "lentezza di produzione", tale per cui si aveva anche maggior tempo per leggere, riflettere, scrivere di rimando e così via.

Adesso, essendo le piattaforme di discussione di tipo sociale,  i forum stanno scomparendo in favore delle chat/gruppi dei social network. Ma non è affatto la stessa cosa!
Queste piattaforma non sono pensate infatti per discussioni vere e proprie (=salotto), ma più per chattare (=ciarlare) (=piazza del paese). Infatti la qualità delle dscussioni si muove di conseguenza e, proprio come nelle piazze dei paesucoli, si passa, si dice "la propria" che però in molti casi vuol dire solo provocare o "buttarla lì" per vedere che succede, magari si strilla un po' e poi si torna a casa.
il fatto che abbia preso sempre più piede questo tipo di interazioni è secondo me un forte sintomo del degrado culturale a cui siamo sottoposti e in cui ci siamo auto-incanalati.

  • La prima conclusione
Una prima sommaria - in entrambi i sensi, sia perchè parziale sia perchè tira un po' le somme - conclusione è che non è certo l'avere o meno una tastiera, nè l'avere o meno una 'linea di comando', che porta all'evoluzione o all'involuzione generale. Ma il fatto che si vada nell'una o nell'altra direzione non è però vedibile come "al di fuori" del contesto stesso che creano tali tendenze.
Quindi: c'è uno "scambio dialettico" tra la motivazione della scomparsa della tastiera, tra la menomata versatilità dei mezzi informatici e tra la volontà di tale motivazione; tra le sue conseguenze e su come queste "accompagnino" gli utenti ad essere sempre meno cittadini della rete e sempre più consumatori nella rete - anche quest'ultima espressione, "nella rete", in entrambi i sensi possibili.

Non posso ovviamente concludere qui. Ma come dicevo, pochi leggerano fin qui e pochi (se non nessuno) avranno letto tutto). La natura stessa del blog mi "impone" di limitare le mie parole, perchè so che comunque la maggior parte finirebbero al vento.
Secondo me è evidente che, anche questa, è una limitazione della libertà. ;)
Ma, in questo caso, dipendendo solo dalla "pigrizia" del lettore - ma forse sono solo egocentrico, magari molti sono meno pigri di me, ed io mi baso sulla mia esperienza limitata - e sulla stanchezza indotta dal monitor, potrebbe essere una problematica più generica... ma non credo, però, che leggere questo articolo seduto a casa, su un monitor da 19" o magari 22" sia la stessa cosa che leggerlo sul Metro in uno schermino da 4"!


Taglio corto, più avanti ne avrò da dire ancora. Si parlerà di neutralità della rete e della filosofia KISS - che non è nè 'bacio' nè il gruppo musicale...

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