domenica 21 aprile 2013

Italia al 50° posto per le connessioni internet

Il rapporto del 'World Economic Forum' piazza l'Italia al 50° posto nel mondo per quel che riguarda la sua "connettività", ovvero la presenza, capillarità ed efficienza delle connessioni sul territorio.

Oltre che tristissimo ed incommentabile, è giusto precisare anche che tale risultato è, nei limiti delle conoscenze a me accessibili, piuttosto oggettivo ed inopinabile.
Si basa infatti sulla valutazione incrociata di ben 54 parametri differenti, tesi a valutare sia la connessione in sè, quanto il servizio gestionale e l'impatto/influenza della connettività nell'ambito economico-lavorativo.

Specifico questo prima che il vittimismo tipico italiano possa impadronirsi della "scena" - cosa già avvenuta in alcuni ambiti di discussione in cui si commenta questa notizia - sortendo conclusioni paradossali che vedrebbero "il resto del mondo" avercela per qualche motivo con l'Italia.
Come se chi propone tale "teoria del complotto" non avesse mai avuto a che fare con l'internet italiano...

  • La mappa
Questa sotto è la mappa interattiva che ci permette di visualizzare i risultati della classifica stillata.



  • Perchè preoccuparsene?
Ovviamente, oltre alle repliche vittimistiche appaiono immediatamente anche quelle sminuenti; in sostanza "ci sono problemi più importanti".
Ovviamente ci sono problemi più importanti, esattamente come ce ne sono almeno altrettanti decisamente meno importanti - ma che magari vengono sentiti molto di più, tipo le partite e i rigori dati/non dati. Nel carosello del "più importante/meno importante" tutto può occupare qualsiasi posto, in base al momento, il punto di vista, il contesto, ecc...

Il fatto è che la connessione internet non è solo il ragazzetto con 'WhatsUp' o il cazzeggio su 'YouTube'.
La connessione a internet è anche telefonia, comunicazione logistica, informazione pluralistica; l'efficienza delle connessioni telematiche (di ogni tipo) ha un forte impatto sull'intera economia, come ben spiegato nel rapporto.

Inoltre, anche se non impossibile, difficilmente lo stato della connettività è cosa a sè stante rispetto allo stato delle infrastrutture logistico-economiche del Paese, al suo potenziale costruttivo (in ambito sia sociale che economico), alla sua prospettiva di crescita in funzione democratica, alla voglia/forza di rinnovamento/cambiamento e alla gestione di questa in funzione pluralistica, capillare e multi-rappresentativa.
Di contro, una scarsa gestione e considerazione della connettività è sicuramente associabile ad una scarsa considerazione dei nuovi mezzi di crescita economico-sociali, ad una scarsa (o assente) intenzione di espandere la propria visuale commerciale, economica e democratica.

Come sempre nella dialettica di complessi eventi sociali, cause ed effetti si mescolano. Cosicchè la superficialità con la quale vengono gestite le infrastrutture telematiche contribuisce a non creare, o rallentare, quell'interesse (sia a livello pubblico che privato) verso tali problematiche. Indifferenza che, a sua volta, porta investitori e gestori a non vedere come economicamente remunerativo un investimento in tale settore - o peggio, ma in Italia inutile anche nominarlo, un investimento di ricerca.
Il fatto è che, ancora una volta, a farne le spese sono tutte quelle categorie al momento più penalizzate da questo lassismo tutto italiano: singoli e semplici cittadini, giovani in cerca di un futuro, nuove intenzioni imprenditoriali, piccoli artigiani con idee e proposte di rinnovamento ed innovazione, ecc...
I "potenti" dell'ambiente, ovvero Stato e grandi gestori (in Italia sappiamo tutti riconducibili ad uno), possono rimanere indifferenti a tale situazione - almeno fin quando il degrado non sarà tale da portare al collasso completo, ma se continuiamo così non manca molto - perchè per loro le "poltrone" già esistono, sono forti e consolidate; come si diceva una volta "i loro piedi sono al caldo".


  • Cause e concause
Sarebbe interminabile elencare cause, concause, conseguenze e via discorrendo di questa situazione. Ma un breve accenno è doveroso.

Infrastrutture fatiscenti
le linee telefoniche sono obsolete, mal (o non del tutto) mantenute, peggio gestite. Ogni spesa vista come "superflua" è stata tagliata, cosicchè la manutenzione esiste solo in caso di guasti gravi. Le singole segnalazioni da parte degli utenti vengono spesso e volentieri ignorate; per ottenere un intervento tecnico che vada oltre al tipo che ti viene a dire che "è un problema suo, c'è un virus, non è ben configurato" o qualche altra cioffecata simile, bisogna segnalare la cosa per mesi e in più utenti della stesa zona.
Inoltre non v'è mai stata una seria pianificazione di rinnovo. La maggior parte delle linee risalgono a poco prima o poco dopo la guerra. Dopino di rame e via...

Gestione immonda della "cosa pubblica"
Con prassi tutta italiana, la gestione, fino a quando era pubblica, era vista semplicemente come un altro "pozzo senza fondo" a cui attingere per fare carriera, per sistemare parenti ed amici, per lucrare su qualche fornitura/gestione, per ottenere facili profitti pagati dal signor Pantalone.
Con prassi ancor più tipicamente italiana, la privatizzazione è presto diventata: ai cittadini le spese, ai privati i guadagni. All'aumento (esorbitante) dei costi (le tariffe più care d'Europa) è corrisposto solo un maggior magna-magna. Interventi minimali a livello fisico, tanto da fornire il "minimo indispensabile" per poter dire "c'è internet anche qua"; ma ovviamente, sempre a costi doppi, tripli e a volte quadrupli che nei paesi confinanti (Francia e Germania) e sempre con prestazioni da Terzo Mondo - senza offesa per il Terzo Mondo.
La "cosa pubblica" è presto diventata "cosa nostra", per la quale si può vedere il Padrino sia come un personaggio interpretato da Marlon Brando, sia come lo Stato stesso, sia come lo Stato travestito da gestore "privato".

Concorrenza: questa sconosciuta
Antitrust, questo sconosciuto. Anche qui, la prassi italiana non è rimasta indietro. L'instaurazione della "concorrenza" non ha fatto altro che rafforzare di fatto il regime di monopolio.
La gestione fisica delle linee e delle centraline è "cosa privata" Telecom - che ricordo, funziona sempre secondo il motto "al pubblico i debiti, al privato i guadagni". Che, per l'occasione, ha ben pensato di apportare una serie di migliorie straordinarie, impiantando le stesse fibre che nello stesso periodo negli USA stavano eliminando, considerandole obsolete dopo circa 20 anni di servizio!
Nulla cambia per quel che concerne le tariffe e le prestazioni dei servizi. La pubblicità è invasa dal mille mila offerte che promettono risparmi stratosferici e linee velocissime. In pratica, il tutto si traduce con accordi di cartello delle compagnie, disservizi gestiti alla "solita maniera" (=non gestiti), bollette che a conti fatti sono uguali qualsiasi scelta tariffaria si faccia e che, ovviamente, aumentano di mese in mese.
La pubblicità promette linee sempre più veloci. Si urlano "Gigabit" come fossero noccioline. Po, nella pratica, si è costretti a passare dalle solite centraline, dai soliti cavi, dalle solite cabine (che è già tanto se stanno ancora insieme). Ma non solo: in molti casi i gestori (vedi Telecom, Tele 2 - che sono la stessa cosa, Libero che sono già stati multati più volte per questi motivi) non aderiscono minimamente alla neutralità della rete. Filtrano e spiano il traffico, chiudono porte dei router arbitrariamente, e così via. Ah bè, certamente è per la lotta alla pirateria...
Violano poi apertamente i contratti, attaccando 100 utenti su linee che dovrebbero sorreggerne 10; facile verificarlo, le prestazioni effettive di down/up-load sono spesso e volentieri intorno al 60% del dichiarato - quando si è fortunati. Ovviamente è colpa degli utenti, delle configurazioni non corrette, del temporale e degli alieni che infastidiscono le trasmissioni. NON è certo colpa delle centraline non in grado di fornire il servizio richiesto, nè dei cavi degradati; nè -sia mai!- della gestione speculativa delle utenze, fatta per aumentare il profitto aumentando  solo nominalmente i servizi, che però poi, di fatto, si basano sulle stesse, obsolete e fatiscenti, infrastrutture che c'erano fino a "ieri".


  • Alcune conseguenze
Sempre a titolo esemplificativo, cito alcune conseguenze di questo bel record del Paese in costante ritardo di 20 anni - un po' su tutto.

La prima e più evidente è sicuramente il permanere dell'apatia comunicativa alla quale siamo abituati, ormai assuefatti.
C'è da dire che questa è anche in buona parte colpa del cittadino stesso. E' vero infatti che non si in alcun modo incentivati - ma anzi, disincentivati! - a cercare di "andare avanti", di valorizzare, conoscere e diffondere nuovi mezzi e sistemi di comunicazione. Ma è altrettanto vero che i mezzi minimi di cui siamo forniti sono già sufficienti perlomeno per iniziare la strada, almeno a livello conoscitivo.
Se si parla di 'neutralità della rete', di 'sovranità digitale', di 'internet globale', ecc... e chi legge non ha idea di cosa essi siano, non è per questo impedito in nulla nell'aprirsi una nuova scheda nel browser e fare una ricerchina veloce, tanto da capire almeno di che si tratta.

La seconda è l'impossibilità di concretizzare idee, progetti, iniziative migliorative ma che necessitano dell'infrastruttura fisica e logistica della rete.
Un esempio è proprio quello delle elezioni on-line, di cui ho parlato in due "puntate": Elezioni... (parte 1/2) ed Elezioni... (parte 2/2). Come spiegavo lì, per rendere più concreto il desiderio di questo tipo di votazione è necessario un contesto di connettività elevata; si parla di utopia, ma sia come sia state pur certi che in un paese al 50° posto per le connessioni, tale rimarrà a prescindere dalla realizzabilità del progetto in sè.
Ma ovviamente è solo un esempio, perchè più concretamente vi sono decine (o centinaia) di aziende e migliaia di studenti/picoli artigiani che per "inventare" un lavoro, o valorizzarne uno esistente, avrebbero bisogno di mentalità più moderne e infrastrutture più efficienti.

La terza grossa conseguenza è il mantenimento dello status-quo in funzione sempre più degradante.
L'economia appare sempre più inadeguata, la mentalità invecchia, il Paese invecchia; pochi fortunati, che detengono i vecchi mezzi di comunicazione, vivono nel loro "limbo", mentre tutti gli altri, nell'era di internet e della comunicazione interattiva, finiscono per diventare - e questa è anche colpa loro - gregge in-pensante. Non è certo solo colpa di un internet inadeguato, la cosa parte prima e soprattutto dalla testa di chi guarda (legge e ascolta). Ma è ovvio che un contesto da Medioevo per quel che riguarda l'innovazione comunicativa non fa altro che:
  1. acuire il distacco tra "padrone"-comunicante e "popolino"-ricevente
  2. evidenziare il pesante coinvolgimento, sia del Pubblico che del Privato, nell'arretratezza socio-comunicativa italiana - e come dicevo, quindi parzialmente ed indirettamente anche economica
  3. confermare il sospetto (se ce ne fosse bisogno) che questa condizione di arretratezza (sia mentale che strutturale) sia cosa voluta, non "capitata" perchè i vari Governi succedutesi negli ultimi 20 anni sono stati "travolti dagli eventi".

  • Conclusione
Noi, nel nostro piccolo, possiamo prima di tutto informarci. E' poi importante, senza pretese "tecniche" nè di chissà quale livello, informatizzarsi: conoscere un minimo di quello che sta "al di sotto" di internet, dei computer, dei telefonini, dei programmi e dei sistemi operativi. Per non "farsela raccontare", per non farsi fregare in generale; ecco perchè ho scritto una pagina che parla del mondo "Open" in generale, una che vorrebbe essere una "guida di concetto" per migrare al mondo Linux, una che parla un po' di sicurezza in modo pulito, ed una, in fase di "costitutizione", per affrontare i diversi aspetti della privacy su internet.

Sono questi tutti argomenti che, a mio avviso, hanno fondamentale importanza per il singolo cittadino. E' giusto, io credo, affrontarli il "prima possibile" (ecco perchè tanta fissa per l'educazione) e farlo in modo da fornire/apprendere (siamo tutti un po' insegnanti ed un po' studenti) nozioni solo all'indespensabile di tipo tecnico, ma altresi abbastanza approfondite da costituire una base solida, coerente; sicchè al primo che passa e con un po' più di conoscenza, non possa venir facile di prenderci in giro!

La qualità, l'efficienza e il modo di considerare la connessione internet da parte dello Stato è un punto cruciale d'influenza verso quella che è l'opinione pubblica.
A dirla semplice e grezza: se lo Stato se ne frega, la gente se ne frega.
Con la differenza che lo Stato (quello attuale) ne esce indenne - o addirittura, a livello momentaneo, superficiale e nei suoi interessi interni, ne ottiene vantaggio. Mentre il singolo cittadino, ancora una volta, ne paga le conseguenze.


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