sabato 8 giugno 2013

Personalizzare Linux (Mint) - prima parte

Causa cambio hard disk (e permanenza casalinga forzata) in questi giorni ho installato l'ultima versione di 'Mint', ovvero la numero 15 di nome 'Olivia', con ambiente desktop 'MATE'.
Così, mentre effettuavo le prime personalizzazioni, mi è venuto in mente che scrivere qualche passo di quello che ho fatto poteva servire come mini-guida e anche come esempio pratico per chi voglia installare Linux ma ancora fosse incerto...



Come vedrete, le personalizzazioni di tipo "grafico" sono molto intuitive e spesso non dissimili da quelle di altri sistemi operativi.
Il DE 'Mate' è uno dei più apprezzati DE di "seconda fascia"; in prima troviamo 'Gnome', 'KDE' e 'Unity', mentre al "pari" (inteso come diffusione ed interesse del pubblico) metterei 'Cinnamon' e 'XFCE'.
Tuttavia 'Mint' viene distribuito con Cinnamon o Mate come DE "di ruolo" e, dato che nel momento in cui scrivo Mint è al primo posto nelle classifiche (sì, proprio tutte 4 le classifiche!) di Distrowatch, direi che questo ha contribuito non poco all'ascesa di questi ambienti desktop.

Le modifiche che vado a descrivere si basano su abitudini e concezioni estremamente personali, per cui è ovvio che a qualcuno andrà bene la posizione delle icone ma non un certo software, ad un altro piacerà il modo di impostare la shell ma non lo stile delle finestre, ecc...
La mia intenzione è quella di fornire un esempio a cui, chi vuole, può ispirarsi anche in minima parte per personalizzare il proprio ambiente desktop come meglio crede.
Per questo non scendo fino alla descrizione passo-passo, ma rimane tutto molto più discorsivo; sta ad ognuno entrare nel merito per realizzare le cose al meglio per sè.


  • Primo impatto, software e visibilità
La prima cosa a cui ho messo mano è l'impostazione di default del menù principale (pulsante in basso a sinistra), che in Linux Mint fa in modo che all'apertura del menù si visualizzi una sezione di software 'preferiti'.
Dato che io preferisco avere le icone dei software che più uso sulla barra in basso (stile 'avvio rapido' di Winzozz), quando apro il menù preferisco la classica visuale

Clikkando su 'Tutte le applicazioni', la parte destra del menù "scorre" per mostrare le più classiche voci dei menu a tendina

Già che "ero lì", ho deciso di installare alcuni programmi che io ritengo basilari e che purtroppo non sono di default nell'installazione - cosa di cui continua a meravigliarmi a dire il vero.
Poco male, Linux Mint ha il 'Gestore software', utile e comodissimo, che ci permette di installare i programmi resi disponibili dai repository come se si trattasse di fare una ricerca internet.

Basta avviare il gestore, scrivere il nome, una sua parte o anche una parola chiave nella barra di ricerca e poi scegliere tra quanto proposto; il programma si installerà autonomamente, mentre possiamo continuare ad usare il sistema o anche scegliere ed avviare altre installazioni.
Per dovere di cronaca, vi dico che in questa fase ho installato 'gparted', fondamentale per la gestione delle partizioni senza impazzire con 'fdisk' o 'parted' - non me ne abbiano a male i puristi della 'linea di comando', ma quei due non li ho mai potuti digerire - 'gsmartcontrol', utility grafica per il controllo S.M.A.R.T. sugli hard disk; 'UNetbootin', utilissimo programma per l'installazione di immagini .iso avviabili su chiavetta, per creare chiavette d'installazione delle distro, ma non solo (ha funzionato anche per Visual Studio Express su Win, ad esempio); 'Virtualbox' che sapevo avrei utilizzato, e che consiglio a chi è ancora legato a Win, consente di creare diverse macchine virtuali sulle quali installare quello che ci pare (Windows compreso, appunto), da poter poi utilizzare direttamente dal sistema operativo attuale, in sicurezza, senza problemi di virus o altro e senza dover riavviare; infine, per chi ha le schede nVidia, i driver grafici e il loro "centro di controllo".

L'ultima personalizzazione in questa fase è stata quella che descrivevo sopra, ovvero mettere le icone di alcuni programmi nella barra in basso.
Io preferisco questo sistema per avere i programmi più usati sempre "a portata di mano", principalmente perchè: è comodo in pratica, è facilissimo da realizzare, abitudine ed ordine.
Per farlo basta semplicemente aprire il menù, tenere premuto sulla voce del programma che vogliamo "evidenziare", trascinare sulla barra in uno spazio vuoto (sarebbe meglio crearsi prima uno spazio apposito) e rilasciare; un'iconcina apparirà, e sarà il launcher del nostro programma.

Come potete vedere io ho messo Firefox, Rhythmbox (il mio player preferito), Caja (l'esploratore di risorse di Mint), il terminale (indispensabile!), Pluma (la "versione Mint" di Gedit, editor di testo) ed infine la calcolatrice.


  • Ambiente di lavoro: partizioni
Quanto vado a descrivere per le partizioni si basa sulla mia situazione, ovvero una partizione per il sistema operativo (veramente diverse per diversi sistemi, ma non cambia nulla, per semplicità parlerò al singolare considerando solo quella di Mint) ed una per i dati.
Anche se questa situazione è fortemente consigliata, non è detto che sia così. Ma davvero, se non avete i dati separati dal sistema, fatelo quanto prima; con 'gparted' è possibile farlo senza dover cancellare tutto.
Comunque sia, io ora parlerò di questa situazione tipo; sta a voi adattarla alle vostre esigenze ;)

Se, come immagino sia nella maggior parte dei casi, la partizione dei dati la si usa sempre, è comodo averla già montata all'avvio; per quanto dirò in seguito a proposito delle directory, è indispensabile.
Per poter operare questa modifica si deve editare il file 'fstab', che è quello che dice cosa montare all'avvio. Prima però è indispensabile conoscere cosa dobbiamo fargli fare; quindi dobbiamo sapere il device o l'UUID della partizione; deve inoltre esistere la directory su cui montarla.
Sono tutti lavori che si svolgono da amministratore, per cui il mio consiglio è di porre attenzione a quello che si fa ed avviare una sezione per evitare di sudare ad ogni comando. Quindi:

$ sudo -s
# blkid

Il primo comando ci permette appunto di iniziare una sessione come root; verrà richiesta la password e poi il prompt cambierà in '#'.
Il secondo comando visualizzerà la lista dei device presenti, le relative etichette e ciò che più conta gli UUID corrispondenti; questi sono dei codici univoci che permettono al sistema di identificare un'unità logica (disco, partizione, ecc...) e sono la cosa più conveniente da utilizzare in 'fstab'.

Identificato così l'UUID corrispondente alla nostra partizione dati, dobbiamo usarlo in fstab. Poniamo che il device corrispondente alla partizione dati sia "/dev/sda5"; siccome gli UUID sono di solito lunghi e complessi, è uno sbattone segnarlo su un foglio e riscriverlo, col rischio di sbagliare. Io ho fatto così:

# cp /etc/fstab fstab.bak
# blkid /dev/sda5 >> /etc/fstab

Prima ho effettuato una copia di backup di fstab, poi gli ho "appeso" l'output di 'blkid' della sola partizione d'interesse, appunto /dev/sda5 dell'esempio.
Per la cronaca, fstab accetta come identificativo sia il device che l'UUID che l'etichetta; 'blkid' fornisce tutte e tre, per cui nell'editare il file potete decidere quale tenere e quale no, ma io consiglio di usare l'UUID.
Ah, dimenticavo: bisogna creare il punto di montaggio che gli assegneremo!

# mkdir /media/DATI

Ovviamente potete chiamarlo come volete. Nelle versioni più recenti di Ubuntu e derivate sono tornati un po' alle origini Unix, cosicchè i punti di montaggio standard (quelli usati anche dall'interfaccia grafica quando clikkiamo su una partizione nel gestore risorse) sono ora '/media/<username>/<label>'. Io ho mantenuto il vecchio schema '/media/<label>' per non dover cambiare vecchi script e per abitudine.

A questo punto non rimane che editare il file. Potete farlo direttamente da terminale con 'vim' o 'nano', oppure da interfaccia grafica con un editor (come Pluma) - ma avviatelo sempre da terminale, per mantenere i privilegi di amministratore.
Comunque questo è lo screen del mio fstab editato:

ATTENZIONE: le opzioni di umask e di assegnazione ID che ho utilizzato sono valide per un sistema fondamentalmente monoutente, che è il MIO caso. Tali opzioni lasciano pieno accesso a tutta la partizione in causa, in OGNI sua funzione; sono quindi altamente sconsigliate in caso di condivisione!

Bene, il lavoro da amministratore è finito, per sicurezza torniamo ai normali permessi, terminando la sessione precedentemente avviata:

# exit



  • Ambiente di lavoro: directory in evidenza
Anche in Mint, come in molte altre distribuzioni e in Windows, vi sono della cartelle "privilegiate", tenute in evidenza e considerate "preferite": Scrivania, Documenti, Immagini, ecc...
Di base queste cartelle sono locate in '$HOME/<nomecartella>', ma se noi abbiamo i nostri dati altrove (addirittura un'altra partizione), l'impostazione di base non ci va bene. Di solito non m'importa molto, quando devo salvare qualcosa o recuperarlo, vado a cercare la directory corrispondente e via; è vero però che risultano comode, in quanto il sistema spesso le utilizza come riferimento.
La loro impostazione è meno intuitiva di quella in Window, ed inoltre è una delle pochissime modifiche che richiede il riavvio (alla Winciurl-maniera)... ma insomma, la si fa una volta sola e poi siamo a posto.

$ cp .config/user-dirs.dirs user-dirs.bak
$ vim .config/user-dirs.dirs

Così prima ho creato una copia di backup del file interessato ('user-dirs.dirs') e poi l'ho editato (con 'vim').
All'interno di questo file è presente una serie di righe di assegnazione, una per ogni tipologia di cartella da evidenziare. Come spiega il commento ad inizio file, l'unica modifica permessa è quella del percorso, e l'unica sintassi riconosciuta è la variabile '$HOME' o un percorso assoluto, che è il "nostro" caso.
Ecco lo screen del mio file a fine modifiche:

Ho sostituito i percorsi alle voci che mi interessavano, indicando sempre la radice '/media/DATI/' che è il punto di montaggio preparato precedentemente. Le modifiche alle directory saranno infatti funzionanti solo se la partizione a cui puntano sarà montata all'avvio; ecco perchè prima ho detto che la modifica al file 'fstab' è, in questo caso, essenziale.

Per verificare che tutto sia andato per il meglio...

$ xdg-user-dirs-update

Questo comando aggiorna la configurazione delle directory, ma non funzionerà pienamente fino al riavvio. E' però un modo per vedere intanto se tutto ha funzionato.
Se qualcosa è andato storto, tornando in 'user-dirs.dirs' lo ritroverete com'era prima, come se non lo aveste modificato. Se invece la modifica è andata a buon fine, il file sarà così come l'avete lasciato; aprendo il gestore risorse vedrete che le vostre cartelle avranno assunto le icone tipiche delle cartelle preferite, mentre i percorsi preferiti nel gestore avranno assunto i nomi delle vostre cartelle (se sono diversi da quelli standard).

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