martedì 20 agosto 2013

Privacy - 7: ok, panico!

Piccola citazione, avendo intitolato il precedente articoletto 'Niente panico', mi sembrava un'ovvia prosecuzione.
INCISO: rimango basito dal numero di articoli che "escono" sul web in seguito allo scandalo dell'NSA e alla privacy violata. La mia perplessità sta nel fatto che il vero scandalo è che sono cose che si sanno da 15 anni e mo' si svegliano tutti ora, come se ci fosse da meravigliarsi di certe cose. Per fare un esempio, è un dato di fatto che DES fosse, coi mezzi di CIA e NSA, ritenuto violabile in pochi giorni (nel peggiore dei casi e appunto ai tempi di circa 15 anni fa)... FINE inciso.
In effetti precedentemente abbiamo fatto un accenno alle motivazioni per cui quanto fin qui visto, nella pratica quotidiana, possa risultare più fastidioso che pericoloso.
Adesso vediamo l'opposta versione...


Appunti precedenti:

  1. Analisi dei dati
  2. Alcuni 'perchè'
  3. La statistica
  4. Il 'percorso euristico'
  5. Prime osservazioni 
  6. Niente panico


  • Lo scenario cambia le prospettive
Le conclusioni cambiano radicalmente al mutare dello scenario ipotetico nel quale ci muoviamo.
Se da una "simulazione" prettamente commerciale passiamo ad una che si sposta verso il legale, come ad esempio software che ci spiano per eventuali rivalse su illeciti informatici, o addirittura in scenari giudiziari (si parla di vera e propria 'sorveglianza digitale'), o ancor peggio verso scenari che implicano agenti "oscuri", esempi tanto cari ai complottisti... insomma qua la situazione non è affatto rosea come prima.


  • Soli ma consapevoli
Basta anche in questo caso avere una buona conoscenza dei mezzi a disposizione dell'avversario, tenendo sempre presente che vi sono regole che solo l'utente deve rispettare.
Senza tirare fuori esempi o citazioni, direi che, nella pratica, appare più che evidente che le cosiddette 'norme sulla privacy' di fatto non solo NON tutelano appunto la privacy, ma anzi funzionano come appiglio burocratico-legale per far sì che le violazioni non siano più tali, in quanto - e questo è quanto di più rappresentativo nel concretizzare la differenza tra giustizia e legalità -  l'utente ha firmato il famoso consenso; senza il quale, ovviamente, non v'è servizio erogato: dalla mail ai social, dalle piattaforme forum a quelle blog, ecc...

Altra cosa fondamentale, ed è l'unica vera arma di difesa, è la consapevolezza del fatto che TUTTO quello che viene trasmesso in internet è potenzialmente violabile.
In effetti, l'intero contenuto di un computer connesso lo è, ma certamente ciò che viene trasmesso diventa facile preda un po' di chiunque, figuriamoci se entrano in ballo figure oscure, con mezzi e conoscenze (e scopi) tutt'altro che casalinghi e goliardici.


Un piccolo anticipo di quanto si accenna nel prossimo "capitolo".
Stay tuned!

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