martedì 27 agosto 2013

La Valencia completa il passaggio a LibreOffice

Notizia di qualche giorno fa: la Regione di Valencia (Spagna) ha completato la fase iniziale del passaggio a LibreOffice, che venerdì scorso (23.08) è stato installato su più di 120mila PC.
Un'ottima notizia, come tante vorremo leggerne; ma anche qualche riflessione da fare...


Link di riferimento:
  1. Annuncio ufficiale @ Generalitat Valenciana
  2. Articolo @ Marco's Box
  3. Articolo @ lffl
  4. LibreOffice - comunità italiana

All'interno dell'articolo farò uso dei termini 'Open' e 'Free' in modo intercambiabile. Sappiamo che non è così, tuttavia a livello discorsivo e per le tematiche trattate, ho scelto di sacrificare la pignoleria per la scorrevolezza.
Un accenno alle differenze lo potete trovare nella pagina 'Open!'.

Al via dunque un altro passaggio al Free Software importante per le pubbliche amministrazioni.
In questo caso a Valencia, Spagna, si è completata la fase iniziale, quella dell'installazione del software; nello specifico, 'Libre Office', la suite d'ufficio "alternativa" a 'MS Office'.

La comunità valenciana aveva annunciato tempo fa la presa di posizione sulla questione, l'intenzione di effettuare questo passaggio. Evidentemente non si trattava solo di parole - ormai suona strano, in questi casi la normalità (fare quello che si dice) è diventata l'eccezione (non fare quello che si è detto) e viceversa, ormai almeno noi italiani siamo assuefatti a quest'inversione; come vedremo, non solo a questo riguardo - e venerdì hanno quindi dato l'annuncio del passaggio "avvenuto".

Mi sono permesso le virgolette sull'ultima parola perchè, è chiaro ma anche doveroso precisarlo, in realtà ad essere completata è solo la prima fase del processo, ovvero appunto l'installazione e la messa in atto fisica di quanto annunciato.
Un passo importantissimo, soprattutto riprendendo la considerazione del precedente inciso, il dimostrare coi fatti che si crede realmente in un determinato progetto.
Ma, appunto, solo una prima fase: sarà ora necessario istruire il personale, verificare le compatibilità con file/programmi precedenti, sopperire alle inevitabili, iniziali incongruenze. Insomma, non c'è da nasconderlo: un passaggio del genere richiede di rimboccarsi le maniche.

Ed ecco: a questo punto, l'italica polemica si fa sentire...


  • Il risparmio c'è o no?
Dipende: alla lunga sì e sempre, nel breve periodo "ni".

Ho subito posto l'attenzione su questa domanda perchè è la constatazione più usata sia a favore che contro il passaggio a software Open Source e Free nei pubblici uffici. Ma non solo: vale anche per aziende, piccole, medie o grandi che siano, per gestori di servizi, ecc...
Ovviamente chi porta l'argomentazione 'risparmio' come favorevole sostiene che c'è, ed è evidente in quanto il software Open è gratuito e senza vincoli (economici) di licenza. Chi porta invece come argomentazione "contro", sostiene che il risparmio è risibile rispetto alle spese che andranno sostenute per il passaggio. Ho illustrato qui le argomentazioni di massima, spicce e molto "luogocomune docet". Infatti, hanno una parte di ragione e molta parte di torto entrambi :P

Ricordiamo, per onestà intellettuale, che il fatto che un software sia Open NON implica sempre e comunque che sia gratuito - anche se nella pratica, per ciò che concerne programmi di uso comune, è una sottigliezza stucchevolmente "tecnica". Ma soprattutto ricordiamo che tale software, che sia Open, Free, CC, ha una sua licenza che deve essere rispettata. Ok che, presa la considerazione precedente, le regole non sono di tipo economico, ma trascurare ciò che sta scritto - e quindi lo spirito insito - nella licenza, significa degenerarne la natura al mero "è gratis"; il che implicherebbe la domanda (se non la considerazione diretta): "ma allora fosse freeware sarebbe la stessa cosa".
Ovviamente, profondamente e sentitamente, vi dico un bel NO!


  • Alla fine il risparmio c'è, ma...
Entriamo nel merito delle obiezioni distruttive. Abbiate pazienza se mi arrogo il diritto di definirle tali, ma, per quanto si esaminino, non c'è altro modo per catalogarle; spesso in questi casi si usa il termine 'pessimismo cosmico' - alquanto impropriamente, perchè Leopardi ne ha "costruite" di cose che noi umani... ecc... XD - che appunto a me non piace (usato così) e quindi torno al mio 'distruttive'.
Ora provo a rispondere ad alcune di queste...

Non c'è risparmio perchè il programma è stato acquistato tempo fa e ormai "gira" gratis
Non è una bella cosa. Prima di tutto, è impossibile andare avanti con Winzozz senza aggiornare, almeno ora che sono subentrati Win7 e 8. Può darsi che per un periodo, con XP, ci sia stato un po' di "pace dei sensi" (per chi non teneva particolarmente alla sicurezza e alla solidità dei propri sistemi), ma ora non è più così.
Inoltre non ha senso comprare una cosa con la "speranza" che non si rinnovi e non ci sia bisogno di aggiornarla, in qualsiasi ambito ma ancor di più in ambito informatico! Capisco che tale atteggiamento è portato dal fatto che normalmente gli utenti sono abituati a M$, che spesso e volentieri emana aggiornamenti praticamente e tecnicamente inutili, ma molto redditizi dal punto di vista commerciale (e psicologico). Allora, di conseguenza, l'utente finisce per sperare che un programma non si aggiorni mai, perchè collega la necessità di una nuova versione ad una necessità finta, simulata, che risponde ad una serie di rotture di bolas e nessuna funzionalità/utilità reale - se per utilità non intendiamo un colore un po' sfumato o una barra verticale invece che orizzontale.
Ma in realtà il software va aggiornato e, sotto licenza proprietaria, si è costantemente sotto ricatto. Attenzione: vale anche se gli aggiornamenti sono gratuiti, perchè si è comunque sotto licenza, si è comunque incatenati!
Uè, se poi dalle vostre parti le PA non pagano le licenze e duplicano e scaricano i crack, allora è un altro discorso :P

Il risparmio è irrisorio sul totale delle spese
Meglio qualcosa in meno che in più. Inoltre molto dalla situazione specifica: se c'è un solo computer per un intero edificio sicuramente è così, se ce ne sono 100 e solo uno necessita di licenza anche.
Ma nei casi più comuni NON è così, soprattutto tenendo conto del fatto che il risparmio iniziale è solo uno dei vari risparmi successivi.
Se poi avrete la pazienza di leggere più avanti, si evince che non è il risparmio economico il solo vantaggio (e volendo nemmeno il principale).

Per il passaggio sarà necessario addestrare il personale; richiede tempo ad ha un costo
E' verissimo, ma mi sembra ovvio: se non fai niente non hai bisogno di nulla, se vuoi migliorare qualcosa devi fare.
Inoltre sia il tempo che il costo sono un investimento, verso le PA ma la società in generale; dopo che ci siamo sottoposti per anni al monopolio, liberarsi ha il suo prezzo.

Il personale statale è tipicamente svogliato ed incapace, non si riuscirà
Bè, intanto se mai ci provi mai lo saprai.
Inutile poi dire che queste sono generalizzazioni grossolane e populiste, alimentate dalla filosofia "la colpa è sempre degli altri" e "sono l'unico che lavora e s'impegna", ecc...
Oltretutto, hanno poco senso anche fossero vere. Infatti non credo che l'uso di software proprietario invogli in qualche modo gli svogliati, o faccia diventare competenti gli incapaci; per cui non è certo il passaggio ad un altro sistema che può peggiorare le cose.
Inoltre, parliamoci chiaro: un impiegato che non è in grado di comprendere un corso base per passare da 'MS Office' a 'LibreOffice', sarà lo stesso impiegato che al minimo cambiamento della versione di 'MS Office' necessiterà di assistenza, costituendo comunque un costo - ed in più un costo sempre sotto ricatto della licenza commerciale.

Quindi, in generale, si tratta di avere un minimo di prospettiva: è facile rendersi conto che, anche laddove inizialmente il passaggio potrebbe non portare un risparmio immediato, o addirittura un costo aggiuntivo, in breve tempo il gap verrà recuperato abbondantemente.
Perchè, come dicevo, i programmi andranno aggiornati nel tempo, mantenuti, rinnovati. Inoltre non si possono sapere le necessità future, che potrebbero essere "espansive": altri computer, che necessiteranno di nuove installazioni (per esempio). Uno scenario che, in ambito di software closed, significa nuove spese, nuovi contratti, nuovi ricatti, nuove catene.
Tutte preoccupazioni - e spese, che possono essere anche notevoli - che si hanno in meno usando software Open Source.


  • ... non è il punto principale
Ma veniamo finalmente alla cosa che io ritengo più importante: la sovranità digitale.

Il risparmio economico è sicuramente quello che più attira le amministrazioni, sempre alla caccia di denari. Ma è giusto sapere che per la comunità, in realtà, il vantaggio maggiore deriva dal liberarsi dal monopolio, sia software, che psicologico, che - potenzialmente (?) - sociale, col controllo e la manipolazione di dati sensibili.
Per evitare di fare un sacco di parole, che ho già fatto sopra, provo a sintetizzare la cosa per punti, per spiegare cosa significa - o meglio, cosa implica - la sovranità digitale in questo contesto, che è probabilmente il più rappresentativo sull'argomento.

  1. Liberarsi dall'obbligo di utilizzare un dato programma e un dato formato (closed)
  2. Avere la possibilità di scegliere se, come e a chi ridistribuire dati e programmi
  3. Avere la possibilità di convertire i formati (nei limiti tecnici ovviamente) come meglio si possono fruire al momento; aumentare quindi anche la portabilità dei dati, che possono ora essere testo, ora '.odf', ecc...
  4. Poter controllare sempre il codice sorgente, avendo la sicurezza di un codice che, per sua natura, non può contenere spyware o backdoor - almeno fintanto che c'è qualcuno che controlla
  5. Poter, direttamente o per procura (caso più comune), modificare il codice, per adattarlo a contesti con esigenza differenti: la segreteria di una scuola, un ufficio delle entrate, l'archivio di una biblioteca, ecc...
  6. Avere i dati su formato aperto, che implica sempre il pieno possesso di tali dati da parte della PA, in seguito ai punti (1) e (2) in particolare
  7. Consentire, senza bisogno di provvedimenti, spese ed accorgimenti ulteriori, un costante controllo da parte dei cittadini ed una totale trasparenza nei loro confronti
  8. Risparmiare sui costi di licenze, aggiornamenti, installazioni
Come potete notare, il punto 'risparmiare' è l'ultimo. Non è un caso, in un elenco che posso decidere finalmente lo posso relegare in fondo - anche se non è un elenco per importanza, lasciatemi questa piccola "vendetta".
Nel post son stato "costretto" a metterlo per primo perchè è ciò che salta subito all'occhio, quello che viene sempre discusso e, pare, l'unica cosa degna di attenzione da parte della "massa".
Ho voluto allora "togliermi subito il dente"... ;)


  • Qualche altra replica, più tecnica
Anche una volta superate le obiezioni di tipo economico, una volta che si è riusciti ad accennare (almeno) ai vantaggi della sovranità digitale, permangono comunque ancora delle obiezioni, di tipo tecnico (o almeno pretendono di esserlo).
Provo a dissipare qualche dubbio a proposito, su quello che mi viene in mente; mi concentro questa volta più specificatamente sulle suite d'uffico, anche se molte considerazioni sono facilmente estendibili a casi più generali.

Gli "altri" formati non sono standard
Questa è forse la più insulsa di tutte le obiezioni, eppure, giuro, l'ho sentita/letta parecchie volte. Bisogna dire allora subito una cosa: 'standard' NON significa "il più usato". E difatti è esattamente l'opposto di quanto affermato: vi sono formati Open che sono anche standard, cosa che non vale per quelli closed.
E' come accennavo all'inizio del post, si tende a identificare "più usato=migliore"; è parte di quel 'monopolio psicologico' a cui mi riferisco ogni tanto. 

Si perde compatibilità
E' vero solo in minima parte. Alcuni tipi particolari di formattazione soffrono di, solitamente parziale, incompatibilità. Considerando che il porting dai formati MS a quelli Open è sempre più agevolato e migliorato moltissimo negli ultimi anni, facilmente i problemi verranno risolti quasi completamente, soprattutto se si darà fiducia al progetto LIbreOffice.
Detto questo, non credo che risistemare qualche tabella e qualche impaginazione sia un prezzo troppo alto, in cambio del risparmio di migliaia di licenze e della conquista della sovranità digitale.

Si perdono le macro
Sì, è vero, diciamolo a scanso di equivoci e accuse di "partitismo": le macro non sono compatibili.
Oh my God! Moriremo tutti! Infatti è risaputo che alla biblioteca comunale e all'ufficio dell'anagrafe sono le macro di Office a mandare avanti il lavoro... migliaia di macro che svolgono i compiti più ardui, programmate da entità ancestrali con linguaggi sconosciuti, impossibili da riprodurre e - sia mai! - eventualmente migliorare, semplificare, al fine (spesso e volentieri) eliminare in funzione di un uso più immediato e leggero.
Dai, veramente, i sostenitori del software proprietario (ma chi poi? Davvero a volte mi chiedo se non siano tutti programmatori figliocci di Bill Gates, perchè davvero non me ne faccio una ragione che si difenda una dittatura, un monopolio ed una spesa costante per la comunità), alla fine di tutto, si rifugiano dietro a queste benedette 'macro'; perchè effettivamente non c'è compatibilità, senza se e senza ma.
Scacco!
Sì, ma in una scacchiera vuota. Se le macro svolgono più dello 0,3% del lavoro nelle PA farò ammenda personalmente!


  • Conclusioni
Mi scuso se magari sono sembrato arrogante, se ho tralasciato qualche obiezione o qualche fatto. Ho espresso la mia opinione ed argomentato come conosco; al solito, se qualcuno ha altro da dire, i commenti sono a disposizione di tutti ;)

Quello che più ci tenevo a sottolineare è il fatto che il risparmio economico è solo uno dei tanti vantaggi nell'uso di software Free, nelle PA soprattutto ma anche nelle singole case.
La disanima delle obiezioni voleva sottolineare invece soprattutto il fatto che, alla fin fine, tante obiezioni escono fuori quasi più per paura che non per motivazioni oggettive: paura di un cambiamento, paura di avere una cosa in meno di cui lamentarsi (ed accusare gli altri), paura di non trovarsi la pappa pronta subito immediatamente.

Certo: se non si fa nulla non si possono avere altri problemi. Ci si trascina "solo" quelli vecchi, sempre più grossi, sempre più ingombranti, sempre più in cancrena.
Così, alla prossima proposta, voltandosi indietro a guardare questo fardello sempre più grave, continuando a tenerselo sulla schiena, si potrà sempre dire: "ma c'è troppo lavoro da fare".


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