martedì 15 gennaio 2013

Aaron Swartz e la sua missione per la Libertà

Riprendo le tematiche "tech" con questa brutta notizia, ormai data, discussa e immediatamente dimenticata dai network tradizionali e non.
Venerdì, 11 gennaio 2013, Aaron Swartz si è tolto al vita nella sua casa a Brooklyn, New York.
Ma la sua missione diventa ora quella di tutti. Di tutti quelli che vogliono la libertà digitale e sociale, credono in essa e, anche in piccolissima parte, contribuiscono alla sua diffusione, difesa ed affermazione.


Aaron Swartz era: un ragazzo, un sognatore, un genio, un hacker, un hacktivist; una persona intelligente, sensibile ai problemi sociali, determinata a contribuire per quello che lui riteneva il bene di tutti.
Ma purtroppo era anche braccato, preso di mira, vessato da governo, aziende e leggi inique; era anche affetto da depressione, che da sola non si crea nè basta a giustificare il gesto estremo.
C'è poco da tergiversare. Per dirla in modo un po' ironico (giusto per sdrammatizzare, non certo per deridere): "L'hanno suicidato!"




  • Pillole biografiche
In breve - se vorrete approfondire, troverete dei link più avanti - qualche fatto della sua vita.
A soli 14 anni contribuisce a creare la versione 1.0 dei Real Simple Syndacation (da cui si ottengono i feed RSS).
Poi diventa co-fondatore di Creative Commons, stabilendo un nuovo tipo di licenza, rivoluzionario, che applica in pratica la filosofia del Free Software ad ambiti più generali. Anche questo blog è rilasciato con una licenza di questo tipo, nella versione italiana. Detto tra noi, trovo piuttosto vergognoso che il sito italiano non riporti per lo meno una riga col link al sito "madre", ove si omaggia il giovane. In Italia, l'ipocrisia e la vigliaccheria regnano sempre sovrane.
Abbandonati gli studi, fonda una casa di software (Infogami)che confluisce, arricchisce e poi si identifica con Reddit - qui linkato nella versione italiana.
Guadagnando i fondi necessari, può portare avanti ulteriori battaglie ed innovazioni a favore della libertà digitale. Fonda OpenLibrary, biblioteca virtuale gratuita e accessibile a chiunque. Istituisce poi il sito-petizione DemandProgress, che si batte attivamente contro le restrizioni, le censure e le limitazioni arbitrarie da aprte delle leggi e degli enti governativi; si distigue, in particolare, per la sua battaglia contro le stra-discusse leggi 'Sopa/Pipa' - cosa che, ovviamente, comincia a procurargli le prime grane davvero serie.


  • L'ultima vicenda: il MIT  la sua memoria corta
L'ultima vicenda, quella che probabilmente gli è stata indirettamente (?) fatale, è quella che lo vede denunciato dal MIT per frode informatica.
Infatti Aaron entrò in possesso di una notevole mole di dati accademici, che poi si disse intenzionato a divulgare.
Ma quello che ci si "dimentica" spesso di dire è che, in realtà, Aaron ottenne quei dati con un regolare account e tramite un database che - evidentemente solo a livello estetico-divulgativo - dovrebbe essere pensato proprio per scaricarli.
Solo che il MIT, per limitare l'accesso, per evitare eccessivi download o chissà che altro, limita arbitrariamente la mole di dati scaricati; oltre un tot, la connessione cade e viene poi intercettata tramite blacklist degli IP.

Inutile dire che al giudice del comportamente scorretto ed ingiustificato del MIT non interessò nulla, focalizzandosi invece, ottusamente e rigidamente, sulle violazioni legali di Aaron.
Seguì una persecuzione evidente, che suscitò diverse polemiche e che costrinse i famigliari di Aaron a chiedere aiuti economici; lo fecero attravero una petizione internet, coerentemente.

Poi insomma, il resto appare abbastanza chiaro. Soggetti di persecuzioni governative, vessazioni legali di ogni tipo, ecc... un giovane così intenso (spesso sinonimo anche di ipersensibile), e la cosa si è conclusa nel modo tragico che si diceva all'inizio.

La memoria corta del MIT sta nel fatto che fu proprio nei suo laboratori che si sviluppà l'hacking, furono proprio quelle strutture ad ospitare le prime menti geniali che diedero vita, ed è proprio il caso di dirlo, all'era digitale.
Il gestore del sito su cui si appoggiava il database aveva dichiarato di non voler procedere nella denuncia del ragazzo; anzi, nei giorni precedenti al tragico fatto, ha anche dchiarato di voler rendere pubblici e diffondere gran parte dei dati oggetto del contendere.
Ma il MIT e la sua memoria corta hanno preferito cedere alla "società bene", quindi ipocrita, non prendendo alcuna posizione e lasciando intendere che la persecuzione potesse continuare.

Cosa che, naturalmente, il procuratore non ha mancato di eseguire alla grande. Forte di leggi inique e studiate per tutelare non i diritti (d'autore), ma invece gli introiti (dei non-autori!).


  • La sua, la nostra missione
La mia conclusione è semplice, banale e magari anche un po' sempliciotta. Ma non m'importa.
Ed è la seguente: Aaron non è morto se noi non lo permettiamo.
La sua persona fisica evidentemente è stata costretta a seguire un oscuro destino. E per questo sentite sono le condolianze per la famiglia, gli amici e chiunque lo conoscesse e stimasse anche da lontano.

Ma ciò che più conta, la sua volontà, vive e prosegue in chiunque voglia assecondare le sue battaglie.
Adesso è compito nostro, di noi tutti che usiamo questo potente, travolgente e complesso (anche dal punto di vista sociale) mezzo chiamato internet; di chiunque usi un computer, un tablet, uno smartphone, un qualsiasi software, una piattaforma web, un social-network.
Noi tutti, chi più chi meno, ognuno in base al proprio coinvolgimento, alla propria esperienza, alle proprie capacità e possibilità, abbiamo questi precisi doveri:
  • informarsi ed informare; cercare, mantenere, difendere o pretendere la libertà, in ambito digitale prima di tutto, sociale di conseguenza
  • sforzarsi di essere utenti attivi; capire cosa c'è dietro e cosa implica ogni bit che "spargiamo" nella rete; proteggere la nostra ed altrui sicurezza e privacy
  • denunciare e lottare contro leggi, organizzazioni, aziende e multinazionali che usino i mezzi digitali per il bieco guadagno a scapito di libertà, privacy e sicurezza dei "cittadini digitali"
Ripeto, chi più chi meno, ognuno per quello che può.
Ma se state leggendo qua, significa che internet lo usate, che i blog li frequentate; magari siete arrivati tramite FaceBook... e allora, per prima cosa, informarsi su ciò che si usa!


  • Link
Su di lui:
  1. La pagina di Wikipedia (italiana) su Aaron Swartz
  2. Il sito personale (sul quale comparve la petizione per la raccolta fondi a cui accennavo), ora gestito dai famigliari credo
  3. La pagina commemorativa dedicatagli in seguito alla tragedia

Da lui:
  1. Pagina Wikipedia su RSS
  2. Il portale Reddit
  3. La libreria virtuale gratuita e libera OpenLibrary
  4. Il sito attivista DemandProgress

Per lui:
  1. Attacco di Anonymous al sito del MIT
  2. Iniziativa accademica: pubblicazione di materiale "chiuso" on-line in suo onore

Alcuni articoli italiani:
  1. La pagina da cui ho appreso la notizia: OrgoglioNerd
  2. L'articolo su Repubblica.it
  3. Biografia interessante su Wired.it
  4. Bell'approfondimento di Controlacrisi

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